"Innanzitutto devi calmare la tua mente.
Solo allora potrai ascoltare la Voce che hai dentro di te.
Non devi essere impaziente perché l'intuizione che ti apre la
coscienza arriva raramente.
Magari è solo una goccia, ma quella
goccia, quando viene, è come l'oceano.
Quella che allora ti parla è la Voce dell'Uomo Interiore,
dell'Uomo Cosmico, del Sè.
Chiamalo come vuoi.
Chiamalo l'Amato,
come fanno i sufi; chiamalo la pietra filosofale, come gli
alchimisti; Chiamalo Dio, Buddha, Purusha; chiamalo Lui, Lei.
Ma sappi che c'è e che Quello è il vero te.
Perché tu e Quello non siete due. Tu sei Quello".
Tiziano
Terzani (Un altro giro di giostra)
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...e ogni tanto ritorno e mi rendo
conto che la paura è solo un segnale che ti indica i tuoi limiti
attuali ma non è un vincolo a cui aggrapparsi per restare
immobile. ...e ogni tanto
ritorno e mi rendo conto che la rabbia che sono riuscito a
vomitare in una vicolo polveroso e desolato o nella hall di un
decadente hotel di Goa era l'unica cosa che dovevo fare per uscire
dall'immobilità.
La rabbia va sottobraccio con la paura, girano di notte con lunghi
pastrani quando i marciapiedi sudano vapore e residui di umana
sofferenza e i lampioni creano fantasmi sui graffiti urbani.
Solo una nuova alba riesce a illuminarne i volti e mostrarne i
tratti putrescenti.
E allora provo compassione per entrambe riconoscendole come parte
mia, accettandone la natura e il loro diritto all'esistenza in
questa nostra ancora imperfetta dualità.
E mi volto da un'altra
parte e ricomincio a camminare.
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