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......la luce che ci porta a morire e rinascere cento, mille volte fino a riuscire a cogliere che......

Lago Trasimeno, 05-2005

Agello, 05-2005

 

......le emozioni
sono come i fiori
nascono da sole
e sono come i sogni
e a noi non resta
che viverle in fretta
perché poi svaniscono
e non si ricordano più......

 

S.Feliciano, 05-2005

 

La favola antica

C'era un volta una favola antica
quasi da tutti ormai dimenticata
che continuava a volare nell'aria
aspettando colui
che l'avrebbe di nuovo narrata
era una favola vecchia
un poco svanita
come un barattolo
di aranciata aperta
ma non voleva rassegnarsi
e cercava di "non dimenticarsi"!
Parlava di una bambina bionda
che non voleva dormire da sola
e la sua mamma poverina
doveva starle sempre vicina
un giorno venne una bella signora
tutta vestita di luce viola
prese la mamma per la mano
e la portò lontano lontano

la bimba pianse 100 sere
poi si stancò
e si addormentò
Quando il mattino
la venne a svegliare
con un bellissimo raggio di sole
vide la mamma poverina
che sotto un albero dormiva
e la signora vestita di viola
disse "non devi più avere paura...
di restare sola"

C'era una volta una favola antica
quasi da tutti ormai dimenticata
che continuava a volare nell'aria
aspettando colui che l'avrebbe
di nuovo narrata
era una favola vecchia
era poco svanita
come un barattolo
di aranciata aperta
e per non essere dimenticata
diventò vera...
diventò! oh oh oh!
....la vita!

(Vasco Rossi 1998)
 

 


Ode alla gioia

 

Lentamente muore chi diventa schiavo dell’abitudine,

ripetendo ogni giorno gli stessi percorsi,

chi non cambia la marca, chi non rischia e cambia colore dei vestiti,

chi non parla a chi non conosce.

 

Lentamente muore chi fa della televisione il suo guru.

Muore lentamente chi evita una passione,

chi preferisce il nero su bianco e i puntini sulle “i”

piuttosto che un insieme di emozioni,

proprio quelle che fanno brillare gli occhi,

quelle che fanno di uno sbadiglio un sorriso,

quelle che fanno battere il cuore davanti all’errore e ai sentimenti.

 

Lentamente muore chi non capovolge il tavolo, chi é infelice sul lavoro,

chi non rischia la certezza per l’incertezza, per inseguire un sogno,

chi non si permette almeno una volta nella vita

di fuggire ai consigli sensati.

 

Lentamente muore chi non viaggia, chi non legge, chi non ascolta musica,

chi non trova grazia in se stesso.

Muore lentamente chi distrugge l’amor proprio, chi non si lascia aiutare.

Muore lentamente chi passa i giorni a lamentarsi della propria sfortuna

o della pioggia incessante.

Lentamente muore chi abbandona un progetto prima di iniziarlo,

chi non fa domande sugli argomenti che non conosce,

chi non risponde quando gli chiedono qualcosa che conosce.

 

Evitiamo la morte a piccole dosi,

ricordando sempre che essere vivo richiede uno sforzo

di gran lunga maggiore del semplice fatto di respirare.

 

Soltanto l’ardente pazienza

porterà al raggiungimento di una splendida felicità

 

(Pablo Neruda)

 

Castelletto 1982